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Lucia Cheli, illustrazione a china per il romanzo "Ruga Mastra" |
La
sera dell’11 di giugno del 1289 un violento temporale interruppe il massacro:
nella piana di Campaldino, sotto il castello di Poppi, una delle più cruente
battaglie del medioevo si concluse con la vittoria della lega guelfa guidata da
Firenze e la disfatta dell’armata ghibellina, il cui capo, il vescovo guerriero
di Arezzo Guglielmino degli Ubertini, trovò la morte nello scontro.
Con lui morirono migliaia tra fanti e cavalieri, 1700 solo di parte aretina, nella furibonda zuffa d'un sol giorno, epilogo di decenni di scontri tra guelfi e ghibellini in Toscana.
La vittoria guelfa segnò il trionfo della ricca borghesia mercantile contro l'antica nobiltà feudale, l'inizio della fine per la secolare civiltà medioevale.
Alla battaglia partecipò anche, nelle file fiorentine, il giovane Dante Alighieri, che la ricorderà poi nella Divina Commedia.
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Il castello di Poppi |
Oggi
al centro della piana una colonna ricorda l’evento e la silhouette del
castello si staglia fiera nel cielo del Casentino, alta sulla vallata.
Il
borgo di Poppi è classificato come uno dei “Borghi più belli d’Italia”.
La
sua torre dei Diavoli ospita, secondo la leggenda, il fantasma della bella
Telda, che dopo ogni notte d’amore gettava in fondo ad un pozzo i suoi giovani
amanti.
All’estremità
del borgo l’abbazia benedettina di San Fedele è uno splendido esempio di stile romanico. Fu costruita nel XII secolo,
quando i monaci vi si trasferirono dalla vicina Strumi, ricostruita nel sec. X
su impianto del V-VI sec.
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Dora Noies, 1916 Poppi e il suo castello |
La
storia di Poppi, del suo castello, dell’abbazia e di tutto l’alto Casentino fu
legata per secoli a quella della potente famiglia dei conti Guidi, da Tegrimo
II detto Bevisangue a Guido Guerra I, figlio adottivo della contessa Matilde di
Canossa, fino a Guido Guerra III il Vecchio, che all’inizio del Duecento sposò
la bella Gualdrada e divise tra i cinque figli gli immensi possedimenti della
famiglia in tutto l’Appennino tosco-romagnolo.
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Arcobaleno su Poppi |
Al
tempo della battaglia di Campaldino il conte Guido Novello, signore di Poppi,
era anche podestà di Arezzo e capitano della riserva dell’esercito Ghibellino,
ma si accordò con Firenze ed abbandonò la battaglia rifugiandosi nel suo
castello. Il potere dei Guidi si esaurì nel Quattrocento, quando Poppi e l’alto
Casentino passarono sotto il dominio diretto di Firenze.
La
visita a Poppi trova il suo culmine nello splendido cortile interno del
castello con l'intreccio dei suoi scaloni di pietra.
Da
i 3 cipressi si raggiunge Poppi in circa mezzora, sulla strada di fondovalle
che risale l’alto corso dell’Arno.
Le foto sono tratte dalle pagine Facebook:
- Quota, quando il passato torna sempre presente
- Le bellezze del Casentino e la sua Storia
- Casentino selvaggio.